Ci sono momenti in cui la nostra mente sembra non darci tregua. Pensieri ricorrenti, a volte assurdi, scomodi, angoscianti, che si ripetono senza sosta. Alcune persone che incontro in studio mi dicono: “Non riesco a smettere di pensarci, anche se so che è irrazionale” oppure “Più cerco di non pensarci, più quel pensiero si fa vivo”.
È proprio così che funziona il pensiero ossessivo: più proviamo a cacciarlo via, più si rafforza.
In questi casi non si tratta di “pensare troppo” in senso generico, ma di ritrovarsi intrappolati in loop mentali che generano ansia, senso di colpa, paura di impazzire o di perdere il controllo. Questi pensieri possono riguardare di tutto: la salute, la relazione di coppia, il timore di aver fatto del male a qualcuno, il bisogno di essere certi al 100% di qualcosa.
Se ti riconosci, sappi che non sei solo o sola, e che si può uscire da questo circolo vizioso.
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Cosa sono i pensieri ossessivi
Non tutti i pensieri ricorrenti sono ossessivi. Pensare spesso a qualcosa che ci preoccupa è naturale, specialmente in momenti difficili. Ma i pensieri ossessivi hanno una qualità diversa: sembrano imporsi alla coscienza contro la nostra volontà, generano malessere e sembrano impossibili da controllare.
Possono riguardare temi molto diversi:
- la salute,
- la paura di far male a qualcuno,
- il dubbio costante di avere sbagliato qualcosa,
- pensieri moralmente inaccettabili,
- pensieri fissi su una persona.
La persona spesso si vergogna di questi pensieri, cerca di reprimerli o di neutralizzarli, ma finisce per restare invischiata in un ciclo che si autoalimenta.
Perché la mente si incastra
Nel mio lavoro come terapeuta, vedo spesso come le persone provino a liberarsi da questi pensieri usando strategie logiche: cercano rassicurazioni, analizzano il problema da ogni angolazione, ne parlano con gli altri per avere conferme, oppure tentano disperatamente di distrarsi o “pensare ad altro”.
Purtroppo, queste tentate soluzioni — per quanto comprensibili — alimentano il problema. Ogni risposta trovata genera un nuovo dubbio, ogni conferma regge solo per poco, ogni distrazione diventa una fuga momentanea.
È un circolo vizioso: più combatti il pensiero, più lo rendi forte.
Le forme più frequenti
Sebbene ogni persona viva i pensieri ossessivi in modo unico, nel mio lavoro ho osservato alcune tematiche ricorrenti:
- Pensieri ossessivi su una persona: domande continue sulla relazione, dubbi che non si placano nemmeno con la rassicurazione;
- Paura di avere una malattia, o di fare qualcosa di terribile;
- Pensieri a sfondo religioso, morale o sessuale, che provocano un senso profondo di colpa.
Sono pensieri che non vengono scelti. E per questo, spesso, fanno ancora più paura.
Se vuoi approfondire queste dinamiche, puoi leggere la pagina del mio sito dedicata ai disturbi ossessivi compulsivi.
Il loop mentale: come si alimenta
Immagina questo scenario: arriva un dubbio. Ti interroghi, cerchi una risposta logica, ma non ti basta. Allora ricerchi ancora. Magari chiedi un parere. Ti rassicuri per un po’, ma poi… ecco che il dubbio torna. E la sequenza ricomincia.
Questo circolo vizioso può assumere forme diverse:
- Domanda-risposta mentale infinita,
- Verifiche (controllare più volte di aver fatto qualcosa),
- Evitamenti (non esporsi a ciò che potrebbe attivare il pensiero).
Tutte strategie comprensibili, ma che a lungo andare rendono più forti proprio i pensieri che si vorrebbero far sparire.
Chiedere aiuto per interrompere il circolo vizioso
Molte persone aspettano mesi, a volte anni, prima di chiedere aiuto. Pensano che sia solo un momento passeggero, o temono di essere giudicate per i contenuti dei propri pensieri.
Ma i pensieri ossessivi non definiscono chi sei. Non sei i tuoi pensieri. Sei la persona che li osserva, che li subisce, che vuole uscirne.
Chiedere supporto psicologico in questi casi significa iniziare un percorso per smettere di alimentare il problema e tornare a vivere con leggerezza mentale.
Con il mio approccio, basato sulla Terapia Breve Strategica, accompagno le persone a sperimentare nuove modalità di risposta al pensiero ossessivo, senza passare per l’analisi infinita del passato o delle cause. Il lavoro si concentra su ciò che mantiene il problema oggi e su come interromperlo in modo efficace.
Spesso, già nelle prime settimane, è possibile sperimentare i primi cambiamenti: la mente si alleggerisce, i pensieri perdono forza, si recupera fiducia nella propria capacità di stare bene.
Per un approfondimento più tecnico sull’efficacia dell’approccio strategico, puoi leggere anche questo articolo del Centro di Terapia Strategica: Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)
Tornare a respirare
Se da troppo tempo ti senti bloccato o bloccata dentro la tua mente, se senti che i pensieri hanno preso il sopravvento e vuoi tornare a vivere con più leggerezza e lucidità, puoi fare il primo passo oggi.
Se ti sei riconosciuto o riconosciuta in queste righe, e senti che è il momento di riprendere il controllo, puoi contattarmi qui per fissare un primo colloquio.
Ogni percorso inizia da un piccolo gesto. E a volte, rompere il silenzio è già parte della cura.