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“Per spegnere il fuoco, piuttosto che togliere i tizzoni, lasciando la brace ardere, è più utile aggiungere tanta, tanta legna sino a farlo soffocare”

(G. Nardone)

Gli attacchi di panico sono uno dei disturbi più diffusi al mondo.

Oltre ai sintomi usuali che si presentano durante un attacco di panico (palpitazione, tremori, sudorazione intensa, difficoltà a respirare, vertigini, sensazioni di svenimento, nausea), chi soffre di attacchi di panico teme di impazzire oppure di svenire, di aver un infarto, di soffocare o di morire di paura.

Tutto ciò nella realtà è infondato.

Infatti, una delle cause primarie degli svenimenti si ricollega ad un abbassamento della pressione sanguigna; o ancora quando la persona è vittima di un infarto sente un grande dolore al petto e non è di certo in grado di sentire il battito cardiaco né tanto meno se ne preoccupa.

Un vero attacco di panico, inoltre, non può avere una durata che oscilla da pochi minuti ad ore ma la sua durata si aggira intorno agli 8 minuti.

Anche in questi casi la persona mette in atto delle tentate soluzioni disfunzionali quali l’evitare situazioni che spaventano, richiedere pareri per affrontare le situazioni temute e cercare di controllare le reazioni fisiologiche tipiche della paura; queste soluzioni funzionano nel momento ma poi col passare del tempo alimentano il problema.

Il focus del mio intervento consiste nell’accompagnare la persona a trasformare soluzioni disfunzionali adottate nella quotidianità in una pratica funzionale, fino ad arrivare al controllo della situazione problematica e all’eliminazione degli stati d’animo indomabili.